L’esperienza di Onofrio Bruno
Giornalismo a 360 gradi. Ascoltare la testimonianza di Onofrio Bruno, nel settore da anni, significa ricostruire un lungo pezzo di storia della città. Cronaca, politica, attualità e sport e chi più ne ha più ne metta. Attualmente impegnato con «La Gazzetta del Mezzogiorno» e direttore dell’emittente televisiva «Teleappula», Bruno si è raccontato al gruppo di giornalismo «A.Ma.R.A.M.» ricordando gli albori del suo affascinante viaggio nel mestiere. Di pezzi ne ha scritti a migliaia, ascoltando storie e testimonianze. Più volte il giornalista ha messo l’accento sull’importanza del «guardare con i propri occhi per scrivere». Dietro ogni articolo c’è un lungo lavoro di raccolta di dati e di verifica che non può prescindere dall’osservazione dei fatti.
Altro punto su cui Bruno ha insistito è la capacità di sintesi del giornalista. Bisogna catturare per pochi minuti l’attenzione del lettore, che spesso non ha che il «tempo di un caffè». Addirittura con i mezzi odierni ed internet può passare alla conclusione del pezzo senza conoscere l’inizio e il «durante». Insomma, quello del giornalista è un mestiere bello, ma che richiede spirito di sacrificio e un’etica che non sempre viene rispettata. Il giornalismo ha delle regole non scritte che sta a chi è del mestiere decidere se rispettare o meno. Penna e inchiostro posso infangare, ledere sensibilità, deformare, ingigantire o semplicemente raccontare i fatti così come stanno. Ed è questo ciò che il Giornalista deve fare. Raccontare i fatti, verificarli, approfondire, ricercare, ascoltare.
La chiacchierata con Onofrio Bruno ci ha reso più consapevoli del «dietro le quinte» di un articolo di giornale. Un sabato pomeriggio trascorso ad imparare dalle parole di chi continua a scrivere un pezzo di storia del Giornalismo cittadino. A lui il nostro grazie.
Francesca Lorusso