Un giorno gli ho chiesto come ti chiami
lui non rispondeva
non sapevo cosa succedeva.
Lui continuava a dire “Mami”
voleva forse dire mamma forse dramma.
Ammirava i panorami
eppur stavamo in un giardino,
e giocava con un gattino.
Correva per il prato,
il suo gatto aveva miagolato.
Ammirava i panorami,
intanto diceva “Mami”.
Ho capito cosa succedeva,
cosa lui mi chiedeva
voleva una mano
da ogni essere umano.
Era un bambino con un sogno
era una persona con un bisogno
voleva essere accettato
voleva che io non fossi sbadato.
Allora gli ho chiesto come ti chiami
e mi ha teso le sue mani.
di Sarah Diperno, Giuseppe Giorgio Digennaro, Trecy Farella, scuola primaria “3 Circolo Roncalli”classe 4 B