Scoperta ad Altamura la concentrazione di una patologia genetica

Scoperta ad Altamura la concentrazione di una patologia genetica

Sessanta, con una media di 35 anni. È il numero di altamurani affetti dalla «Fmf», febbre mediterranea familiare, una malattia rara e genetica che si manifesta con episodi brevi e ricorrenti di febbre e con dolori addominali, articolari, muscolari e al torace.

Come mai una tale concentrazione ad Altamura?

Questa la domanda che i ricercatori dell’Università di Bari – e non solo – si sono posti e a cui stanno tentando di rispondere.

Un gruppo così nutrito di malati rari in u n’unica città ha attirato l’attenzione anche del professor Eldad Ben-Chetrit, internista all’«Hadassah Hebrew University» di Gerusalemme.

Il medico è stato ad Altamura nei giorni scorsi, dopo un ciclo di seminari sull’argomento tenuto nella clinica «A. Murri » della scuola di medicina dell’      Università di Bari. Qui vengono seguiti numerosi pazienti con febbre mediterranea familiare di Altamura e Matera.

Il professor Ben-Chetrit ha anche incontrato i rappresentanti dell’«A.Ma.R.A.M»,

l’Associazione delle malattie rare dell’Alta Murgia. «In base ai risultati delle indagini genetiche, si può ipotizzare che la concentrazione di tanti pazienti in un’unica città sia dovuta all’influenza di persone arrivate qui da Turchia e Nordafrica», spiega. La patologia, infatti, è frequente nelle popolazioni ebraiche, turche, armene, nordafricane.

La sua diffusione ricalca la storia delle migrazioni nel territorio pugliese e lucano. Il medico è affiancato, nelle indagini, da Piero Portincasa, professore di medicina  interna alla clinica «Murri». È stato lui ad organizzare il ciclo di seminari, dopo aver contribuito ad isolare numerosi pazienti con «Fmf» nella provincia di Bari e Matera e dopo aver trattato il tema in diverse pubblicazioni.

Anche per questa malattia rara la diagnosi richiede tempi lunghi.

«Nel frattempo si somministrano terapie antidolorifiche», sottolinea Porticasa, riportando casi di pazienti che imparano a convivere «con febbre e dolori violenti». Una convivenza che riesce a prevedere persino il giorno in cui febbre e dolori arriveranno. Nel gruppo di ricerca, anche il dottor  Giuseppe Scaccianoce, dirigente medico del Servizio di endoscopia digestiva all’ospedale della Murgia «Franco Perinei». È stato lui ad individuare il primo caso di «Fmf» nel territorio cinque anni fa.

Annamaria Colonna

 

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